Christian König per Art Power

Nato a Vienna, ma stabilitosi presto nella Bassa Austria, C.F.J. (Christian Franz Joseph) König è per sua ammissione un artista di arte figurativa. La pittura figurativa, si sa, è stata dichiarata morta per un lungo periodo di tempo, ma questo genere è tornato nuovamente e fortemente “di moda”.

Figurativo? Sì, ma si prega di mantenere il segreto! Per ogni artista resta un principio fondamentale e una costante sfida afferrare il mondo visibile e trasporlo in pittura.

Le immagini di C.F.J. König non sono in realtà figurative a prima vista; esse non corrispondono ai prototipi della pittura figurativa e il mondo visibile non sembra essere presente. La prima esibizione pubblica delle sue opere ha avuto luogo nel 1980 a Perchtoldsdorf. Frequenti viaggi e lunghi soggiorni in Sud America e in Asia hanno approfondito l’incontro dell’artista con antiche culture, con il mitologico e contenuti spirituali che sono per lui una continua fonte di ispirazione artistica.

König tuttavia non dipinge on-site, ma raccoglie impressioni e intuizioni che più tardi trasforma dando loro una forma nel suo studio, dove si dissolve il continuum spazio-tempo. Retrospettive, introspettive e sguardi sul futuro fluttuano perfettamente insieme. La sua composizione spaziale potrebbe essere descritta come “pittura discontinua”.
Soprattutto nelle opere più recenti, diventa chiaro come il continuum dello spazio sia quasi completamente disciolto, o piuttosto che la rappresentazione spaziale della figura o del ritratto si spinga in regioni che non possono più essere inequivocabilmente riconosciute come spazio o area.

C.F.J. König ha creato e sviluppato le tecniche del suo stile di pittura attraverso la sperimentazione. Studiando il suo lavoro artistico all’interno di un arco temporale più lungo, si può vedere che la sua pittura come “attività materiale” – intesa cioè come una procedura e un processo, e il dipinto come un corpo materiale multistrato – è proprio incentrata su questo processo di stratificazione materiale. E che l’azione in esecuzione ha acquisito sempre più importanza nella creazione artistica di König.
Sono davvero figurative come l’artista dichiara, le immagini di C.F.J. König? Trasmettono un’immagine del mondo reale, della realtà?

La realtà, riportata su tela attraverso una procedura per esclusione, come fosse un tentativo di ridurre a realtà le immagini eseguite dall’artista, ha rivendicato per secoli un trattamento scientifico e artistico.

C.F.J. König gioca con le possibilità della percezione della rappresentazione figurativa: come le altre forme di vita, noi umani siamo anche programmati per reagire a particolari, ma non molto numerosi, stimoli visivi “chiave”.

Disporre questi stimoli-chiave in modo tale da consentire all’osservatore di percepire le sue opere, è diventato un aspetto sempre più importante del ruolo dell’artista. Le sue opere costituiscono un sistema chiuso con diversi significati. Il disordine sembra essere in loro prevalente – si aprono perciò molte possibilità. Molte delle cose che si vedono nelle immagini non sembrano al primo sguardo essere sempre collegate. Ma come il significato dell’opera suggerisce, il variare dei dettagli crea le connessioni e le relazioni fra gli elementi. Dopo tutto, viviamo su di un palco, sempre in scena. E le immagini di C.F.J. König creano collegamenti con il nostro mondo reale. L’artista fa rivivere “condizioni familiari” come “fastidiose, inquietanti e non-libere”. E l’osservatore è inoltre invitato ad adottare questo atteggiamento, al fine di vivere il dipinto dell’artista come un arricchimento personale, ciò che l’opera di C.F.J. König può realmente essere.

Dr. Edith Risse
Storico dell’Arte