FRAGILE | GLASS AS WOMAN

Alongside Le Muse Inquiete - La Biennale di Venezia 2020

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Il Concilio Europeo dell'Arte inaugura la nuova stagione espositiva alla InParadiso Art Gallery a Venezia con una nuova mostra che riparte dal lavoro di Antony Fachin "Y la Culpa No Era Mía" e lo arricchisce di un confronto diretto con l'artista designer Dario Torresani: la figura femminile ne esce contradditoriamente "forte della sua fragilità".

InParadiso Art Gallery, Venezia

Entrata libera

h 10.00 - 18.00

29 Agosto - 31 Ottobre 2020

Inaugurazione Sabato Agosto, ore 16.30

DOPPIA PERSONALE di ANTONY FACHIN e DARIO TORRESANI

Il Concilio Europeo dell’Arte inaugura la riapertura della InParadiso Art Gallery con una doppia personale che mette in relazione gli ultimi lavori dell’artista Antony Fachin con la profonda riflessione del designer Dario Torresani, spingendosi alla definizione di una metafora materica, metodologica, formale ed eterea tra la sua opera vitrea e la Donna. Di nuovo sotto la lente degli artisti la figura femminile, la sua bellezza, delicatezza, finezza, e malgrado tutto, la sua innata condizione di Fragilità.

LA MOSTRA

CEA – Concilio Europeo dell’Arte continua il suo progetto di valorizzazione della donna e di rivendicazione del suo ruolo nell’Arte, qui non come artista tout-court ma come soggetto di ispirazione per due personalità per formazione apparentemente lontane, che si ritrovano ad indagare l’universo femminile da punti di vista diversi e complementari.

La mostra è il prosieguo della personale “Y la Culpa No Era Mía” (InParadiso 3030, 08.02 – 08.03 2020) del poliedrico ANTONY FACHIN, il quale lungo tutto il suo percorso artistico ha investito proprio la donna di ruoli e maschere di volta in volta mutevoli, spesso enigmatici, ha dipinto e scolpito un’ambiguità intima di ogni individuo, prima ancora di ogni donna. Riconosce alla donna un carattere forte, emancipato, teso a guidare l’umanità verso precisi obiettivi.

Qui Fachin riprende un tema sociale più che mai attuale, quello della donna che pur subendo violenza in tutte le sue forme, trova la forza – individuale, ma soprattutto e finalmente anche collettiva con mobilitazioni nelle piazze di moltissimi Paesi – di riappropriarsi della sua soggettività, del suo diritto universale di “essere donna”. L’artista Antony Fachin non transige, rompe il silenzio e dipinge l’eco della solitudine, della frustrazione, del dolore.

Sotto la curatela del Concilio Europeo dell’Arte, è qui che i due artisti costruiscono un ponte tra dimensioni – solo apparentemente – opposte della figura femminile. Il dolore trascende presto in Bellezza, la Fragilità della Donna è nuda davanti a se stessa, non ha più paura a mostrarsi, perché è “formalmente sorretta” proprio dalla sua delicatezza, finezza.

Attraverso l’interazione di DARIO TORRESANI con la lavorazione dei maestri dell’Arte vetraria Muranese, si esplicita la profonda connessione tra la Donna e la materia vitrea. L’artista – designer Torresani ci restituisce un’immagine iconica, la sua coppa “Glass as Woman” è una metafora materica, metodologica, formale ed eterea tra l’opera e la Donna. La scelta di una perfetta trasparenza cristallina esalta l’animo femminile e ne svela al contempo la forza e la fragilità.

La forma | La coppa è da sempre simbolo tipologico di espressione artistica nell’Arte vetraria Muranese. È composta da tre dettagli in profilo: la bocca, il grembo e il piede. La coppa è integralmente cava e accoglie fino al piede il fluido, disegnando un percorso che dal piede a terra attraversa il grembo fino a slanciarsi dalla bocca verso il cielo. La forma rappresenta la vita come procreazione e quindi percorso simbiotico tra uomo e donna.

La materia | Il vetro, lavorato a Murano, è trasparente cristallino. Questa scelta esalta l’animo femminile, che è restituito formalmente dalla cavità interna, e mostra come le fratture possono “essere” sia nell’anima che nel corpo.

La metodologia di lavorazione | Riporta spesso, tra gli altri, il Maestro vetraio Dino Rosin: “Il Vetro è vivo ed è come una Donna. Il Vetro va corteggiato con calore costante e in costante salita di temperatura. Tutti gli errori che fai te li porta fino alla fine della lavorazione, sia nel futuro più prossimo che in quello più remoto.” La lavorazione del vetro è un processo che necessita di tempo, riscaldamento progressivo e mai aggressivo. Se il vetro non viene rispettato nella sua natura esplode o fa piccole crepe che possono resistere o cedere anche dopo 20 anni. Il vetro ha memoria di ogni errore. La coppa “Glass as Woman” è stata sottoposta a forze superiori alla resistenza della materia vitrea. Questa forzatura nel rapporto fra sensibilità e resistenza della materia è concettualmente legato all’incomprensione tra uomo e donna che spesso cela un punto di rottura. Il vetro ha bisogno di essere conosciuto e compreso e maggiore è la consapevolezza di cosa è intrinseco nella materia vitrea, maggiore sarà l’espressione della bellezza che, in simbiosi con l’uomo, può restituire.

La materia è viva.

Il Vetro è vivo.

Il Vetro è Donna.

 

COMUNICATO STAMPA