Gelindo Baron

personale di Gelindo Baron

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E' come se egli immagazzinasse, nella sua pittura, tutta la fragranza di un’impressione che dall’occhio discende, quasi impercettibilmente, nel sentimento.

InParadiso Gallery

26 Luglio – 6 Agosto 2008

sabato 26 luglio 2008 ore 18.00

L’autore

Gelindo Baron è nato a Cona Veneta (VE) dove tuttora risiede. Sin da giovanissimo si è interessato alla pittura e successivamente si è dedicato completamente ad essa. 
Di grande importanza è stato l’incontro che Baron ha avuto nei primi anni di lavoro con i maestri Wollembourg, Bruno Saetti e il poeta Ezra Pound, ricevendo fiducia e sicurezza.
Come pure è stato importante l’incontro con lo scrittore e critico Enzo Dematté, dal quale ha ricevuto subito un importante aiuto culturale. Altre personalità della cultura gli hanno infuso coraggio ed hanno fatto sì che l’artista credesse in se stesso e nel risultato soddisfacente delle sue opere: Paolo Rizzi, Guido Perrocco, Paolo Tieto, Michele Luna, Maria Rosa Ugento e Sergio Dalla Val.

Nel 1998, in occasione di una collettiva a Londra, a Wenstminster la “Gagliardi Gallery” ha apprezzato particolarmente le opere di Gelindo Baron scegliendolo tra i 200 pittori espositori.
E’ così iniziata un’efficace e duratura collaborazione a livello internazionale.
Nel 2000 l’artista è divenuto membro della “Anglo-Italian Academy of Art”; nel 2004 è stato premiato allo “Smith-Perkins Art Prize”; nel 2007 ha ricevuto il “Premio Ambiente” dall’Ordine de “I cultori di Stresa”.

La sua formazione artistica, inizialmente veneta, si è col tempo arricchita di una profonda ricerca culturale volta al moderno e al contemporaneo in uno stile che può definirsi “astrattismo lirico”.
Baron ha all’attivo oltre 250 mostre. Il suo calendario espositivo parte dal lontano 1976 e lo si vede nelle grandi città italiane e straniere, tra cui New York, Londra, Rovanyemi, Toronto, Parigi, Tenerife, Sacramento, Lugano.

Interventi critici

Gelindo Baron rivendica gli antichi aromi della pittura veneta, tizianesca come tiepolesca, e di essere nel contempo vivo e attuale, vicino ad un gusto forse più francese (Bonnard, Matisse, Cézanne, Dufy) che propriamente italiano. Non solo: ma ha saputo farsi, nel contempo, figurativo e astratto (vecchia antinomia) o comunque sensuale e programmato, estroso e “costruito”, tonale e timbrico, apollineo e dionisiaco. Nella sua pittura si ritrova la scioltezza rorida della natura ma anche la meditazione esistenziale: e, certo, la gioia assieme al dolore

(…). E’ come se egli immagazzinasse, nella sua pittura, tutta la fragranza di un’impressione che dall’occhio discende, quasi impercettibilmente, nel sentimento. Egli gioca sui riflessi più che sulle materie: sui barbagli di luce più che sulla sostanza delle cose. Magari solca la tela, gratta, mescola, scatta con impazienza: ritrasforma ogni volta quello che vede (…)

Paolo Rizzi

(…) Ancor prima di usare il pennello ha catturato le immagini che percepiva e, che queste fossero esplicative di acque o di vegetazioni, di oggettistica o di figura, le ha aggredite e domate, scalzandole da quel trono che sempre l’immagine paesaggistica o di genere si posa. Ecco allora che il fiume diventa semplice sovrapposizione di blu creando piani disomogenei che si fondono in stacchi scenografici (…). E se l’artista tratta i fiori di serra come icone post cubiste generando un caos segnico, ecco che questo avviene, come in una scacchiera, per il puro gusto del gioco (…). E’ una pittura decisa quella di Baron, sempre al limite tra ciò che potrebbe essere definito come figurazione e quell’effetto di immediatezza percettiva che, provocato dallo sbalzo atmosferico del suo colore, diventa udibile a grandi distanze, formando quel senso estetico che abbisogna di pochi, minimi segni, per dilagare, in tutta la sua imponenza tra la culla dell’opera compiuta.

Guido Signorini