La mostra
A più di quindici anni di distanza dalla sua prima personale (1994), Vincenzo Eulisse torna a Ca’ Pesaro, questa volta negli spazi al piano terra, con la sua “Macchina da tempo”, che comprende oltre una quarantina di pezzi – per lo più sculture, ma anche alcune tele – eseguiti negli ultimi anni, che vengono qui esposti per la prima volta. Attraverso queste sue nuove opere inedite l’artista intende esprimere, raccontare e “giudicare”, in una sorta di percorso cronologico, i grandi eventi degli ultimi secoli: dalla tragedia delle Grandi Guerre del XX secolo alle problematiche mondiali del XXI come la speculazione edilizia, le tematiche del nucleare e del petrolio.
La mostra, a cura del Concilio Europeo dell’Arte e di John T. Spike, si realizza con il patrocinio della Regione del Veneto, del Comune di Venezia e della Provincia di Venezia e con il sostegno di Essemme s.r.l. e AAA ArredoArteArchitettura. Catalogo Grafiche Liberalato con interventi critici di Giandomenico Romanelli, John T. Spike, Toni Toniato e Enzo Di Martino.
La “Macchina da tempo”, è un’installazione composita, fatta di 29 opere scultoree, alcune anche di piccole dimensioni e 12 tele, che “invade” il piano terra di Ca’ Pesaro. La mostra si suddivide in sezioni, che corrispondono agli spazi distinti del piano terra. Si inizia dall’Atelier, vero e proprio “laboratorio” dell’artista, il cui ingresso è “presidiato” da due statue come sentinelle – “Caporetto” e “Messaggeri d’amore” – che evocano la memoria della terribile perdita di vite nelle battaglie. Nell’Androne longheniano si guarda invece al XX secolo e in particolare all’infame alleanza tra le forze dominanti della Guerra e della speculazione.
Vi sono esposte undici “costruzioni” all’interno di scatole, allineate con cura in cima a bidoni di petrolio. Contro il potere del ‘realismo’ l’artista – così Eulisse stesso ritiene – non può che rispondere con paradossi. I gruppi scultorei all’interno delle scatole rappresentano i pensieri non lineari o i cambiamenti di paradigma: si tratta di modi diversi di pensare alla muta accettazione della violenza. L’Italia moderna con le sue contraddizioni tra glorie passate e perplessità presenti è invece il tema de Il Bel Paese, un colorato anti-monumento cubista. Alla fine dell’androne compare un famoso pezzo di Eulisse, la “lumaca”, conosciuto come “Abitare”. Si tratta di una protesta contro i progetti architettonici che sono solo sofisticati oggetti da esposizione, inutili e inospitali per le persone reali. La statua alata situata all’ingresso che si affaccia sul Canal Grande rappresenta un messaggero che invita ad entrare.
“Il percorso espositivo si conclude nello spazio più raccolto delle salette espositive. Qui sono esposte otto piccole sculture, che attendono il XXI secolo per lo più con trepidazione e allarme, ma anche con sollievo, in un omaggio ad alcuni grandi artisti, come Bacon. Alcuni dei dipinti, intitolati Persuasori occulti, richiamano quelle presenze minacciose che ci costringono ad accettare l’opinione convenzionale. …Come Diogene, Eulisse ha assunto la missione di riflettere allo specchio gli sfaceli della storia umana e deturpare la moneta che ci fa complicare ogni semplice dono degli Dei. Ascolta! “
John T. Spike.