Realta’ di due mondi

Personale di Ramiro Sanchez

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"Questa mostra ci rivela – conclude Spike – i due mondi di Ramiro: la terra in cui è nato e quella in cui si è formato, il Venezuela e l’Italia. Ma sono anche i mondi pittorici della realtà visiva, che il suo pennello rende impeccabilmente come pochi pittori possono fare e che la palpabile realtà dello spirito rende vivi."

Fondazione Stelline, Milano

10 Giugno – 02 Luglio 2011

Sabato 12 maggio 2012 ore 16.00

La mostra

Curatore: John T. Spike

La mostra alla Fondazione Stelline, la prima importante monografica del suo lavoro in Italia, presenta una trentina di dipinti e disegni appartenenti alle diverse fasi della sua carriera con particolare attenzione ai lavori più recenti del 2010 e del 2011.

L’esposizione è organizzata dalla Fondazione Stelline, dall’Ambasciata e dal Consolato del Venezuela, con il patronato del Comune di Milano e del Concilio Europeo dell’Arte e, come suggerisce il titolo, è un riconoscimento della peculiare visione che questo giovane maestro ha di due mondi: il Venezuela, sua terra natale, e l’Italia, sua patria adottiva, dove attualmente vive e lavora.

Talento poliedrico fin da bambino, giunge in Italia a 19 anni per completare la propria preparazione artistica. Le sue qualità furono immediatamente riconosciute dal pittore realista Daniel Graves, che aveva fondato a Firenze uno studio dedicato al recupero delle tecniche tradizionali utilizzate dagli antichi maestri.

Nel 2003, quando si pubblicò Ramiro, il primo libro dedicato alla sua produzione, il giovane pittore era già passato dall’essere uno dei migliori allievi della Florence Academy of Art a essere un apprezzato docente di pittura. I suoi lavori, ormai ampiamente conosciuti, sono ricercati da collezionisti del Vecchio e del Nuovo Mondo. E in effetti, si sposta continuamente dall’uno all’altro: insegna a Firenze nella stagione invernale, dipinge a Sag Harbor, New York, in estate, e si reca con frequenza in Venezuela dove è richiesta la sua consulenza in merito ai dipinti delle chiese vicino a Maracaibo.

L’ispirazione letteraria si rende evidente nelle sue prime opere. Era particolarmente affascinato dai poeti e dai compositori romantici tedeschi del diciannovesimo secolo, quali Schiller, Goethe, Beethoven e Schubert. Contemporaneamente orgoglioso di essere venezuelano e perfettamente a proprio agio in Italia, Ramiro si identificava con il tema del Viandante (Der Wanderer), caratteristico del Romanticismo tedesco, dipingendo una sorprendente quantità di autoritratti da giovane.

Come sottolinea il curatore John T. Spike, docente al College of William & Mary, Williamsburg, Virginia: “Uno sviluppo interessate della visione di Ramiro si rileva nell’ampio studio su carta per il dipinto Canto de la Tierra del 2006 e nel ritratto Valentina di straordinaria intimità, del 2007. Canto de la Tierra, che significa, come ben si intuisce, Il Canto della Terra, è una composizione basata su una Upanishad indiana, che racconta come il mondo fu creato attraverso i canti e le danze di giovani donne felici. In questo dipinto Ramiro traccia una vasta distesa terra e acqua ma il bellissimo nudo è di per se la sua raison d’être. In Valentina, il pittore crea la serenità dello spazio e dello spirito che definiscono la giovane donna, attraverso i toni smorzati, eppure profondi, del rosso e del verde che utilizza per il tappeto su cui lei si trova”.

Due imponenti nudi distesi, presenti nel percorso espositivo – Disguise e They say that love hath a bitter taste…but what matter?, entrambi del 2008, rivelano il profondo interesse dell’artista per il Rinascimento Veneziano.
Tra gli sviluppi più significativi e interessanti dell’arte di Ramiro, c’è il suo desiderio di confrontarsi con i temi dei testi biblici. A tu lado quiero estar (Desidero starti accanto) è una scena di grande originalità, in chiave contemporanea, dei fedeli ai piedi della Croce. Con un simile realismo, Ramiro ritrae la visione estatica di San Francesco d’Assisi in un dipinto intitolato Signore fai di noi uno strumento della tua pace. In mostra si troverà il dipinto di un progetto di Ramiro per la decorazione della cupola di una chiesa della sua città d’origine.

“Questa mostra ci rivela – conclude Spike – i due mondi di Ramiro: la terra in cui è nato e quella in cui si è formato, il Venezuela e l’Italia. Ma sono anche i mondi pittorici della realtà visiva, che il suo pennello rende impeccabilmente come pochi pittori possono fare e che la palpabile realtà dello spirito rende vivi. Qualsiasi sia il tema da lui scelto, Ramiro è un artista che non cessa mai di guardare dentro se stesso e di guardare la realtà direttamente negli occhi”