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a cura di Concilio Europeo dell'Arte
Progetto Officina

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"La nostra vita è un'opera d'arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l'arte della vita dobbiamo - come ogni artista, quale che sia la sua arte - porci delle sfide difficili da contrastare a distanza ravvicinata..."

InParadiso Gallery, Venezia

26 Agosto – 25 Novembre 2012

sabato 25 agosto 2012 ore 18.00

La mostra

Il Concilio Europeo dell’Arte in collaborazione con Progetto Officina affronta una nuova sfida che si basa sul concetto del divenire, della trasformazione e che trova il suo campo di applicazione in progetti di design in continua evoluzione, mutevoli e mutanti. Il design può così essere anche mobile, in quanto strumento vivo nelle mani del fruitore che, partendo dall’elaborazione del progetto originale, può desiderare di vederlo realizzato secondo le proprie ambizioni, le proprie preferenze e necessità. Ciascun progetto ha requisiti diversi e trova espressione quindi in contesti differenti.

“La nostra vita è un’opera d’arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l’arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare.”

Zygmunt Bauman, The Art of Life, 2008.

SCOPRO/ SCELGO

La fase solida della modernità, comunemente riconosciuta come “società dei produttori”, è stata un’epoca di masse, regole vincolanti e poteri politici forti. I valori che la governavano erano sicurezza, stabilità, durata nel tempo. Quel mondo è stato sostituito dalla “società dei consumatori”, il cui valore supremo è il diritto-obbligo alla “ricerca della felicità”, una felicità istantanea che non deriva tanto dalla soddisfazione dei desideri quanto dalla loro quantità e intensità. La felicità istantanea che caratterizza il contemporaneo, ottenuta attraverso mezzi di comunicazione sempre più evoluti, sta lasciando spazio ad una nuova “fase” sociale in cui il nuovo sembra essere la scoperta, la scelta SCOPRO/SCELGO.

Gli artisti del Concilio Europeo dell’Arte, in collaborazione con Progetto Officina, interpretano tale “equazione” creando, attraverso il loro gesto artistico, un’idea, una forza un segno artistico. La loro creatività viene messa al servizio del “pubblico”: l’artista offre infatti il frutto del suo genio e il fruitore sceglie, idealmente la sua trasformazione per poterla fare sua, nelle dimensioni, nei materiali e nelle misure preferite adatte all’uso e al desiderio. Entra a questo punto in gioco l’esperienza e la maestria artigianale di un’azienda versatile che ama le sfide: realizzare e assecondare le richieste di una clientela esigente, adattando qualsiasi progetto alle esigenze personali.

FRANCISCO MONTOYA Artista e designer

Nato a Bogotà, Colombia dove ha studiato Architettura, ha proseguito gli studi di Industrial Design a Milano. Designer a 360 gradi, Francisco Montoya ha esperienze in diversi campi, dal disegno degli occhiali all’interno degli aerei, dal gioiello, al design di orologi. Nel campo dell’Industrial Design ha collaborato con Givenchy, Patrick Cox, Escada, Max Mara, IBB, Aghifug, Salvatore Ferragamo, Maria Grazia Cassetti, Eurobrass, Entra, Tonon, Binova, Confalonieri, Trussardi E specificamente nel Design di orologi con Honda Access Europe , Mercedes Benz, Renault, Momo Design, Mondia, Roberta di Camerino.

MICHELANGELO BASTIANI Artista

Michelangelo Bastiani artista e curatore fiorentino, si laurea all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 2004 nella sezione di Pittura e Fotografia del Maestro Gustavo Giulietti. Lavora principalmente con video e fotografia ma tra le sue opere si contano installazioni spaziali, testi elaborati graficamente, oggetti minimalisti. Incosciente del debito che ha con la storia dell’arte, pretende con la sua opera di fare tabula rasa nei confronti della tradizione. Il principio di Nachleben come sopravvivenza dell’antico, proprio della teoria warburghiana, non si ripresenta proprio in questo artista. L’obiettivo principale di Michelangelo Bastiani è evitare la tortura della noia all’osservatore, creando un’interazione diretta tra opera e pubblico con l’ausilio delle tecnologie digitali più attuali.